venerdì 4 settembre 2009

STRUGGIMENTO



Il sole mi guarda, brucia il mio sentire, carne che si sente spirito, sangue arso, crisalidi di storia riesumate nell’estremo silenzio.
Spirito che si sente carne, sentire nuovo, i possibili inesplorati diventano cammino.

Ma il sole brucia, la tua assenza è presenza ancora dolorosa.

Resto fedele al sentire più profondo di me che ancora trovo vivo ora che tutto attorno a me è macerie.
Il dolore no, la sofferenza no, il sacrificio no.
Sono la mia carne, “no” non significa rimuoverli, ma percorrerli, prendermene cura, attraverso il sentire sofferto e lasciare che i semi secchi e tenaci del deserto, fioriscano.

Voglio riscattarmi dalla sofferenza.
Giustizia diventa sicura difesa dell’integrità della coscienza, perciò della persona. Ritrovare dentro sé la storia di come ci si è costruiti, di come si è cercata la completezza per darsi equilibrio nelle situazioni.
La storia del proprio sentire, del proprio sintonizzarsi con il cuore a se stessi e agli altri.

E lasciar andare chiunque, anche se stessi e qualsiasi cosa.

*** ***


Fardello, eredità, patrimonio.

Il mio sentito e il mio sentire
da riconoscere e traghettare.

In mare, azzurro profondo,
piste imprevedibili
in un deserto assolato d’azzurro.
Piste illusorie
create dallo sfavillio del sole
possibili da tentare in un deserto di terra
allagato dall’acqua.

Limo profumato, copioso
in cui affondare i piedi
fango gentile, da plasmare
perché la Vita vi aliti.

Me stessa
il primo possibile che incontro
nel mio lasciarmi andare.



Questa assenza di te che in continuazione mi lacera. Illusione, piena di forza, che mi concedo ancora; che mi rode dentro e mi consuma, mi toglie le forze e la voglia di vivere. Nuotare nelle acque amare del non colto, non agito, non deciso, non detto, non preso per me, non goduto. Tutto ciò che di me stessa e del mondo non mi sono concessa né permessa, non regalata.
Una vita di “no”: “Non è possibile, non è conveniente, non è logico né opportuno”. Morire a me stessa un attimo dopo l’altro, un anelito dopo l’altro, negarmi il desiderio, la spinta, la vitalità.
Negarmi il sentire e il mio stesso pensiero, la voglia di vivere, di essere, fare, dire, cantare, danzare.

Ali tarpate, spezzate. Chi, chi mi ha strappato le ali? Chi?
Io, solo io, il mio io, quello che doveva fare di me un clone, una pedina, una copia conforme al sociale in cui sono nata.
Un “No” eletto a signore e padrone di me stessa mentre in fondo tutto ribolle, spinge, sfida, rimbomba, insiste, assilla, preme, preme, urla, ora urla, scoppia, vuole uscire!
Soffocare, ancora soffocare le spinte sotto cappe di razionalità, di parole, di perbenismo, di paure, di motivazioni illusorie e menzognere.

La forza che si scioglie, si fa amara, vischiosa, insidiosa, che penetra ogni cellula, ogni pensiero, anche il cuore contamina e mi separa da me stessa e dal mondo.
Mi fa dubitare di tutto e di tutti, espande solo il mio io, quello illusorio, separato, perché in effetti so che tutto ciò che mi strugge, che desidero ma che ancora, io, lascio esistere come “amaro in bocca” è già parte di me, già è fiorito nel mio cuore.
Perché è di me che ho nostalgia, struggimento, desiderio. Di me! Di quanto solare, gioiosa, vera, sono e so di essere! Di quanto e come so godermi il mondo, di quanto mi lascio incantare dalla bellezza e meraviglia del mondo.

STRUGGIMENTO: ENERGIE DEPOSTE NEL PROFONDO, IL MIO PINGUE SALVADANAIO, IL MIO RICCO HUMUS.

Basta ascoltare il cuore, sentirlo e porre lo sguardo là, in quello spazio in me già nuovo, già rinato, che già crea, in me e in questa mia vita viva: giardini incantati, armonie, abbracci di stelle e galassie.
Già il mio cuore ha creato per me un’oasi fiorita, fresca, ove il vento leggero e amico presiede e canta, ove gli uccelli si posano a svernare. Ove è dolce la sera, accogliere gli amici, altri cuori rinati e cantare, suonare, ridere, giocare con gli abbracci, gli sguardi e le parole nuove. Rinati da se stessi, dall’aver posto i piedi, profondamente a lungo, nel limo dello struggimento.
Creare… decidere di volere, di credere ed essere: sorriso, sguardo ed abbraccio di luce, attingendo a questo limo odoroso e profumato che altro non è se non la polvere di stelle che, da sempre, l’universo mi regala.



SEGRETO n. 2: I sentimenti che, fino a ieri, giudicavamo “negativi” accolti e integrati ci forniscono le energie più forti che possiamo orientare verso i nostri progetti.



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