venerdì 4 settembre 2009

POSSESSO



Lacerati divisi evasi
fuori da noi stessi,
oltre noi stessi.
Inermi estremi
risucchiati dal vortice del possesso
di se stessi, dell’altro
di altro.
Grande io da onorare fatto dio,
fattami dio
la cuspide del nostro tremendo possedere.

Bisogno di guardasi in sé
abbracciarsi
abbandonarsi a sé.
Nel culmine del mio voler possedere
il mondo.
Forza sacra
divino fedele a se stesso
nell’incommensurabile desiderio
di tornare a se stesso
fattosi creazione.



Lei/ la donna/ lui/ la cosa/ la situazione, ciò che non mi permette di sentire mio l’altro, chi amo o credo di amare, le cose che voglio.
Lei/ lui/ la cosa/ la situazione, ciò che sento nemico, ce l’ho dentro, altrimenti non lo sentirei così tanto, solo che ancora non mi riconosco e accetto in questa Parte di me.
Perché lui/ la cosa/ la situazione fa parte di quel qualcosa che voglio tutto mio, ma avverto lei, l’altra, l’altro come ciò che non mi permette di averlo tutto per me.
Ascolto come “me”, accolgo e riconosco come “me” questo mio grande attaccamento alle persone e alle cose.
Onorare quanto posso onorare, ossia la non accettazione del distacco. No, non riesco ad essere più generosa, a condividere questo.
“Lo voglio mio, solo mio!”, “Dev’essere mia, solo mia!”
Ma questa è... forza! Sa perché è qui. È mia questa forza, sento-sono questa forza, sono viva in questa forza! Mi accolgo così, altro non so.
Ringraziare quanto posso ringraziare, per essere ancora qui a lasciar passare l’amore, comunque, a non chiudere. L’altra persona, la cosa, la situazione che avverto come nemico catalizzano la forza ovvero la mia non accettazione, la mia resistenza: é una Tenebra/Luce in me.

Eppure… posso avere, godere solo ciò (persone, cose, conoscenze) che ho dentro di me e come le ho dentro. Questa è una chiave per penetrare la realtà che sono.
La grande forza del possedere è forza in noi, che chiamiamo divina perché la proiettiamo fuori di noi. Riteniamo di non potercela riconoscere nostra una tale forza del volere totalmente l’altro, le cose, così la proiettiamo fuori di noi.
Solo Dio può volere e possedere così esclusivamente la creatura.
Quasi ci manca il coraggio di riconoscerci così appassionatamente amanti di noi stessi, delle nostre creature e dell’universo.

POSSESSO: FORZA REALE DELL’ESSERE, IN OGNI ESSERE.

Va percepita, riconosciuta, onorata, lasciata essere, liberata dalle forme riduttive, relative in cui l’abbiamo ingabbiata.
Lasciata esistere oltre i sensi di colpa e i rimorsi, solo il suo pieno riconoscimento le permette di darsi da sola l’equilibrio in noi, l’unico vero equilibrio sul possesso.
Osare viversi nella Forza di possesso.

Alimentandosi di impermanenza.


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