giovedì 3 settembre 2009

PAURA




Adesso è il Niente, ancora il Nulla tanto temuto, tanto allontanato.
Ancora il Nulla, Signore del mio presente.
Adesso la Poesia viene, ritorna, s’alimenta di dolore la mia consapevolezza e, chissà perché, solo così si fa parola.
Giardino vuoto, mio, rinnovato.
Creare, costruire?
Io, Beatrice… “Tu sei Beatrice!”
Sì, colei che solo Nulla sa creare, solo dal suo Nulla vede costruire.
E continua a vivere senza saper succhiare, non nutrita, non cullata, ancora protesa nel Vuoto inutile, malsano, inevitabile.


*** ***


Angoli bui nelle mie stanze?
Perché no?
So che quando voglio li vado ad esplorare.
Sono eccitanti
intriganti
questi pezzi di storia nascosti e misteriosi
dentro la mia Anima.

Voglio che la Vita continui a sorprendermi.


Stare qui a misurarmi con questa impresa, più grande di me.
Illudermi che questo fronte è più delle mie forze.
Sentirlo, osservarlo, guardarlo, avvertirne la grandezza, la straordinarietà.
Mi è sconosciuta questa Parte di me che mi sono messa di fronte. Io l’ho attirata, con quale forza, se non una forza pari e contraria? Allora è in me una tale forza.
Questa esistenza, situazione, progetto, sogno che ho costruito dentro me perché così voglio misurarmi, sperimentarmi, conoscermi.
Perché voglio trafficare me stessa in un qualcosa che ora sento invalicabile?
Qualcosa che solo accostandola crea in me tensione? Cos’è quest’ansia?
Mi sembra di non farcela, di soccombere, di venir distrutta, dispersa dal mio stesso sogno.

Questa forza che nasce nella mia pancia e s’irradia al cuore, alle gambe, alla gola, mi stringe, m’irrigidisce: è una morsa.
La mia carne ha costruito una rete che mi costringe, mi fa mancare il respiro.
Davanti a che cosa la mia carne ha risposto così? Distruzione, dispersione, annullamento così chiamo quello che percepisco. Sono qui a dirmi questo, a chiamare con questi nomi quello che sento: “Sono Paura”.
Allora “sono”, sono questo sentire-chiamare, sono questo nome che mi sono data.
“Sono” quanto chiamo, “sono” ciò a cui do il nome.
Perché chiamo distruzione, annullamento, paura una modalità che, comunque, è esistenza?
Se sono proiettata in un progetto, forse anche questo fa parte del progetto. Perché dovrei dubitare che questo passo infici il progetto?

Sì, percepisco che qualcosa, adesso, va lasciato, annullato, disintegrato, ma cosa sono queste dinamiche che incontro se non l’azzeramento, la resettazione di ciò che è, tutto ciò che oggi è e io stessa sono, perché tutte le energie qui contenute mi servono, ora, per essere la mia Nuova Creazione?
Il mio Sogno, in cui dirmi, finalmente con gioia: “Sono” vuole l’investimento di tutto ciò che ero.

PAURA: ATTRAVERSARE QUESTO SPAZIO/TEMPO DELLO SCIOGLIERSI DI VECCHIE CREAZIONI.

Tutto va lasciato andare: lasciare una creazione, un sentimento, un pensiero, un sistema di credenze, un nome di me per essere il Nome Nuovo che spinge dal profondo.








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