venerdì 4 settembre 2009

INTELLIGENZA ESISTENZIALE I° PARTE

1° SETTIMANA - COME RICONOSCERE LE STRATEGIE E LE CHIAVI CHE SONO IN ME PER CONOSCERE ME STESSA

Obiettivo: Comprendere qual è la funzione dei sentimenti e delle emozioni

a) L’intelligenza esistenziale si attiva in noi
L’intelligenza esistenziale ci induce a riflettere sui grandi temi: sul significato della vita e della morte, sulle esperienze più profonde dell’umanità, sul destino ultimo del mondo ma qui, per noi, ora essa è innanzitutto capacità di osservarsi, di guardarsi dentro e riconoscersi nei mille ed uno personaggi che ogni giorno mettiamo in scena nel nostro teatrino della vita.
È, ancora, desiderio di condivisione, di confronto, di esplicitare se stessi così, per quello che si è, raggiunta questa libertà estrema, questa sovranità su se stessi e sul mondo di poter dire di sé il bello e il non bello, ciò che è scomodo, difficile da accettare anche da noi, insieme alla nostra gioia di vivere, di ridere, di ricominciare ogni giorno.
È capacità di ritrovare ritmi più umani, ridare più spazio al dialogo, più tempo all’amore, all’amicizia, insomma ai valori dell’essere in contrapposizione a quelli dell’avere o dell’apparire.

Lasciarci prendere dal gioco della vita che ogni giorno inventiamo grazie alle infinite energie, risorse, fantasie che, dal nostro pozzo profondo e senza limiti, sta solo spingendo per esplodere, uscire e darsi al mondo.
L’intelligenza esistenziale è una delle intelligenze ultimamente ipotizzate e studiate da Howard Gardner all’interno delle intelligenze multiple. Gardner parla di “intelligenze multiple” presenti in tutte le culture, che indicano lo sviluppo di competenze all’interno di sistemi simbolici propri delle varie aree culturali. Tutti gli individui possiedono l’intera gamma delle intelligenze, anche se con gradi e in associazioni diverse. È la combinazione modulare delle intelligenze a determinare la singola personalità. Inoltre nel modello Gardner entrano, con pari dignità delle altre, le intelligenze personali: sia quella intrapersonale, che consente di conoscere e dominare emozioni e, comunque, gli stati interiori, sia quella interpersonale che permette di instaurare rapporti con le altre persone. È un passo ulteriore in avanti, non ultimo, nella comprensione della persona, verso quella visione olistica dell’uomo e dell’esistenza che ci avvicina alla consapevolezza della nostra dimensione cosmica.

L’INTELLIGENZA ESISTENZIALE è la sguardo posato su se stessi, innanzitutto il contatto sempre aperto e attento al proprio mondo interiore e, simultaneamente, l’osservazione e l’ascolto di ciò che dall’esterno ci giunge. Il proprio mondo interiore ha la precedenza. Siamo stati educati a saperci, sempre, in relazione al mondo, all’esterno di noi, poco ci è stato insegnato del nostro appartenere a noi stessi.
Io e me stessa, io e il mio nome, io e ciò che, dall’anima innanzitutto, emerge e mi viene detto, insegnato, chiesto, indicato.
Ma Dio che ha fatto, dagli albori del mondo? Che fa Dio continuamente?
Sta con se stesso, si connette con quel qualcosa che avverte essere “se stesso” là, in quella parte di sé che non è l’esterno a sé, ma è il “sé”. Egli avverte che là è la forza più grande, là è l’attrazione più intensa, quella per cui vale la pena lasciare tutto.
L’unica istanza che si può scegliere: se stessi.

Dio non dice: “Credo nel mondo”, ma dice: “Credo in ciò che avverto, sento, sta qui dentro. In me”.
Solo così può agire un creatore, uno che non ha niente altro, fuori e attorno a se stesso, se Egli non se lo crea. Egli che non può attingere da nessuno, non può prendere da nessuno, che non incontra niente e nessuno fuori di sé se non quello che da sé può trarre, perché altro non c’é.
Questa è la condizione di creatore. A questa bisogna arrivare per rendersi conto che fuori di noi stessi non c’è Dio, non c’è creatura che può affiancarci, né può rispondere a ciò che siamo e a ciò che vogliamo. Innanzitutto, nessuno può darci spiegazione, nessuno può darci visioni del mondo, schemi di pensiero se non li troviamo in noi. Perché niente c’è, di fatto, fuori di ciascuno di noi, di questa Anima che siamo con questo corpo, questa psiche, questo pezzo di storia umana che ci siamo creati nel momento in cui abbiamo deciso di darci un corpo e un’intelligenza e di venire qui, in questa Terra a condividere la condizione di chi ha voluto scegliere, ciascuno per motivi suoi, questa stessa condizione.
A questo porta l’intelligenza esistenziale, a questa origine che siamo in noi stessi e solo in questa origine incontro il fuori di me, che è, al contempo, il Tutto e tante, infinite Anime.

Ascolto, dal mio Alchimista: “Risalita alla Fonte, annullamento di tutte le immagini, dei significati, smascheramento dell’illusione di ciò che credo essere il reale.
Perché ciò che è esterno a me non è il reale, è semplicemente il mondo delle immagini, delle “cose”, dei personaggi che ogni giorno creo e metto in scena per trafficare me stessa e sapere chi sono.
È il mondo dell’illusione che mi serve, sì mi serve, così com’è importante che io creda che esso è vero per il tempo che con esso devo misurarmi, per il tempo che mi è necessario per esplicitare me stessa, lasciar emergere quest’Anima magnifica che sono e che ha voluto, ancora non so perché, inabissarsi quaggiù, criptarsi, sigillarsi attraverso chiavi e simboli, incastrando me stessa in enigmi, in giochi alchemici che, ancora con fatica riesco a sciogliere.
Ma quando, mettendo le mani in pasta col mondo mi gioco fino in fondo, tutta me stessa, a volte quasi oltre me stessa, ecco che la raggiungo la chiave, la tocco, ecco che mi si apre tra le mani quell’archetipo in cui io stessa, da un altro livello di me, mi sono fissata.

Quando so questo allora la vedo l’illusione, innanzitutto il mio essere illusione a me stessa, ogni volta che sto qui a preoccuparmi di me; chi è questa “me” al livello della realtà visibile e toccabile? Un po’ di materia oggi organizzato così, domani, non si sa. Un grumo di emozioni, vibrazioni che mi attraversano. Chi sono al livello del mio mentale? Un fascio di energie strutturate in pensieri, oggi codificati così, domani, chi lo sa? E, ora comprendo… che importanza ha? Che importanza ho a questo livello del mio essere ed esistere?
Nessuna e tanta; scarsa, insieme a fondamentale ed infinita.
Sì, contestualmente parlando sono niente, oggi ci sono domani forse no ma, nello stesso tempo, nel mio essere Anima, Una col Tutto, Creatrice di me stessa, mi sono data questo spazio e tempo per essere e manifestare innanzitutto a me stessa e, insieme a me stessa al Tutto che sono e cui appartengo, il mio ESSERE. Perciò è fondamentale, è unico, è sacro, è insostituibile ogni momento della mia esistenza, perché è la mia Anima, è il mio essere Dio che ora, qui si sta manifestando ed esprimendo.

Così il Tutto e ogni Anima nel Tutto.

Allora è nell’attimo, nell’istante che mi gioco l’Anima. È l’istante che è terra e cielo, tempo ed eternità, materia e polvere di stelle. Amore di sé e amore per qualunque esistenza.
Quando, viste tutte le illusioni che ogni giorno metto in scena per darmi vita e senso, torno a me stessa, sapendo che è all’Anima del mondo che mi affido, inabissata quaggiù, nella donna che sono.
CREARE… quando approderò a questo mio naturale modo di essere?
Dio non risponde alla realtà già esistente, attorno a sé ha il vuoto.
Dio inventa la sua realtà, la crea, la definisce e la decide, la crede”.

Nessun commento:

Posta un commento