martedì 1 settembre 2009

FIDUCIA




Come fioriscono le rose?
Una qua una là
per questo è un roseto…

Così le stelle sulla Terra.

Portata qui dall’anima lascio che tutto sia. Perché qui? La mia mente vorrebbe sfornare tutta una serie di ragionamenti per, secondo lei, dare senso e significato a tutto ciò che sto vivendo.
Ma tutto quello che lei mi passa è riduttivo, è povero. Io non sono i miei poveri pensieri.
Mi conosco per essere molto di più di quello che la mia mente sa di me.
Non so dirlo, non con le parole di questa mia mente, l’abile maestra e fattucchiera, per ora non lo so dire, ma so d’essere altro.
Molto di più, più bello, gratuito e grande.

Non so quello che, coloro che vado ad incontrare, coglieranno di me, oggi.
Mi ascolteranno dalla loro mente o da altro di se stessi?
Non lo so, è affar loro.
Io cercherò di stare dove sono “grande” in me stessa, pazienza se non saprò dirlo o farlo percepire.
È per me questo momento, per quella parte di me che sa e che mi ha portato qui.
Ormai sono di altro, innanzitutto.
Di altro che ha la signoria della mia esistenza.

E tutto nasce, nuovo, ogni momento.

Mi sono fermata, ormai spesso agisco perché obbedisco ad un istinto che sta ad un livello “altro”. Non ha niente a che vedere con il ragionamento, né quello che faccio rientra in un agire normale. Chiamo chi sento di chiamare, e neanche spiego perché. Vado dove so che devo andare anche se non so perché. Quando mi trovo in un posto in cui so che devo essere, sto, mi fermo, mi siedo, cammino, aspetto o non aspetto. Se attorno a me c’è una visione bella, mi soffermo su quella o mi guardo attorno, osservo le persone. Lascio che i pensieri vengano e vadano, li seguo, non li seguo, non me ne importa. Non do né peso né valore a quello che i pensieri stanno trascinando in se stessi. Pensiero grande o piccolo, elevato, buono o cattivo, dolce, fievole, difficile, doloroso, allegro. Così le emozioni, serene, dirompenti, rompenti, leggere, nuove, vecchie e stressanti… chi se ne importa.
Io non sono né i miei pensieri, né le mie emozioni.
Solo guardo o ascolto, o niente o tutto.
Sto bene, sto male, sono stanca, è la risultante di un pensiero, non gli do peso. S’affaccia un problema, sono io che lo vedo come problema; non ci sono problemi, c’è vita.
Oh, ancora, spesso sono molte le resistenze a questo modo di essere, ma so, so che sono resistenze, boicottaggi o sabotaggi.
M’interessa vivere, sperimentare, buttarmi nelle cose così come l’intuizione mi dice.
Fino a qui c’ha sempre azzeccato e, quando ho seguito il mio istinto, ho fatto grandi passi.

Stasera il peso in me era tanto, ma volevo che questa emozione avesse tutto il tempo che le era necessario per uscire, per esistere fino in fondo.
Fino a quell’anfratto laggiù laggiù, in fondo a me, dove si era rintanata, chissà quando.
Che peso, ma sapevo che era solo uno sbruffetto di energia un po’ più scomoda di altre, quindi bisognava aver pazienza.
Ho fermato la macchina sulla spiaggia di fronte allo Stromboli, “sembra una brioches” mi sono detta, “me la mangio domani mattina”.
Stromboli sta anche per vulcano, lo stesso che avevo dentro… “un fil di fumo”…, dice la Turandot… lo sbruffetto bianco sulla punta di quel cono sospeso sull’acqua laggiù. Si contorceva in me.
Ma bisognava scendere e camminare, dare uno sbocco, rendere concreto quel momento, toccare le cose, altrimenti quel travaglio restava solo dentro la mia testa.

M’incammino sulla spiaggia con il vento, vado verso le onde che si frangono vicino ai miei piedi. Fa un po’ freddo. Cammino, mi fermo, sto, vado e in me tutto va e viene, tutta quella zavorra di pensieri e sentimenti. Pazienza.
M’arrabbio, lo mando via, lo riprendo, lo strattono e lo strapazzo questo sentimento. Lo riconosco e lo rinnego, tra la rabbia, la delusione e l’impotenza. Ogni tanto mi dico: “è solo un pensiero”, “è solo il mio modo di affrontare e sentire le cose, potrebbe essere diversamente, perciò non è il caso di prendersela tanto”.
Lo so bene che non serve rispondere alla realtà, essa è illusione, importante è cominciare a creare realtà.

Questa situazione sta davanti a me perché io l’ho creata così, io sto dicendo delle cose in questo modo, oppure, io ho dato un’interpretazione ai fatti e alle persone e loro, semplicemente, hanno sostenuto davanti a me lo specchio di come io ho pensato le cose. Poteva essere diversamente, se solo io avessi avuto altri pensieri, o sarebbero state altre le persone a sostenere ben altro specchio. D’altronde l’avevo detto andando ad affrontare queste persone, che avrei vissuto il momento lasciandolo essere anche silenzio, imbarazzo, fragilità, niente. Di più non ci vedevo, di più non ho visto né fatto.
Sentivo anche che era importante esserci, essere là, dove il mio intuito e il mio cuore mi avevano detto di andare.
So che quando le persone s’incontrano l’interazione non è solo quella di ciò che ci si dice, si scambia, non c’è solo il livello che vediamo, sentiamo e comprendiamo con questi sensi e questa mente. No, quando ci incontriamo molto, molto di più interagisce. Non vediamo, e pensiamo che non ci sia ma, molto di più comunichiamo, scambiamo, mettiamo insieme.
Quando ci incontriamo, spesso, senza saperlo, facciamo l’amore.
Con questa consapevolezza sono stata là e ho lasciato che la mezz’ora andasse come voleva.
Ma c’ero.
Al ritorno non riuscivo a piangere.

Poi, sola, sulla spiaggia, camminare tra tante cose in me, finché, finalmente ritrovato, appare nella mente il momento del saluto, del bacio, della vicinanza e tutta l’emozione forte, piena dolce dirompente, emerge.
Ritrovo l’amore così come l’ho sempre avvertito e vissuto.
L’ho sentito tra le mani, l’ho sentito, lasciato essere e scorrere in me e il mio cuore s’è subito allargato. Il respiro s’è fatto più profondo, anzi s’è creato un altro polmone, due erano i respiri in me.

Io lo so che non è lui l’oggetto del mio amore, lui solo lo catalizza, l’amore è… Di chi è?
Chi è che ama così in me ? Chi, è amato così in me?
Questo amore apre all’immenso, l’ho sempre detto, è il modo di lasciar passare la vita.
Più precisamente è il gancio che mi sono andata a trovare per attivare i sensori più alti… altri e sottili del mio radar, la mia sensibilità più estrema, quella che mi permette di cogliere, nella realtà che ho davanti, l’immenso che essa stessa racchiude.

Bisogna lasciare che l’emozione sia emozione, questo è il difficile; è energia, scorre, è come una scossa, in fondo è una reazione chimica e si sente, prude, striscia, punge, brucia, pulsa e batte fino a far battere il cuore; fa fremere, vibrare, risuonare.
Oh, com’è dura a volte stare sulle vette, stare sull’apice di un’emozione, stare e lasciare che essa scorra così come ti scorre dentro una scossa elettrica. Come si fa a lasciarla scorrere senza chiudersi? Senza reagire, senza arginarla, e tentare di non sentirla?
A volte è aguzzina, l’emozione.
Eppure… è solo uno sbruffetto di energia.
E come si fa ad essere così, nudi di fronte agli altri, mentre questa scossa t’attraversa e tu non hai modo di velarla, non farla vedere?
Lasciarsi attraversare dalle emozioni è come partorire: arriva la contrazione e sei impotente alla sua forza, ti scuote e ti senti anche nuda e fragile nel tuo essere così violata di fronte agli altri. Eppure… sta nascendo una vita.

Tutto può essere e non essere, ma questo modo di amare è in me. Questo è vero. Questo tengo di questa giornata, non posso negarlo, né rimuoverlo, né esaltarlo. Lui, questo modo di amare, sa quanto è grande, quanto vuol essere, quando presentarsi, attraversarmi, incidere in me.
Oh, non è il mio unico sentimento, amo, amo ancora, e in altri modi.
Questo mi sta portando molto in fondo a me stessa ma anche lui si metterà in fila, come tante altre sperimentazioni. Importante è che io mi apra all’immenso, che io senta, che io cresca, evolva, diventi nuda e nuda, vuota, impotente e non sapente, così che vita e vita entri.
Anche questo, ora, lo lascio essere, in esso mi riconosco.
Cosa accadrà? Non lo so, altre volte ho visto questa forza d’amare in me, ed è rimasta cosa mia. Va bene. Io sono questo, tanto mi basta.
Sento e so che questo voglio, questa capacità di amare e di essere amata.

È UN AMORE TRA STELLE.
MI DÀ FIDUCIA.


Nessun commento:

Posta un commento