giovedì 3 settembre 2009

APPREZZAMENTO



5° SETTIMANA - COME INCREMENTARE L’AUTOSTIMA

Obiettivo: Sapere che ogni parte di me che accolgo ed integro contribuisce a confermare ed accrescere l’autostima.


APPREZZAMENTO

“Sai, mi sto accorgendo di avere un tesoro fra le mani. E quel tesoro sei tu”.

“È un diamante grezzo che tu stai cesellando. Quel tesoro è sempre tuo. Sei tu”.



*** ***



Prima manciata di stelle
primi passi incerti dentro ad un vortice
silenzioso e possente.

Oh, dentro a una galassia!
Vincimi forza di gravità,
inabissami dentro te, nuovo universo!

Mistero
la freccia ho lanciato da questo mondo al tuo,
nella nuova galassia
nasco
capace di amare
incondizionatamente.

Mi accolgo, tutto quello che sento, penso, dico, faccio, va bene.
La frustrazione, l’esaurimento avviene quando io boccio, boicotto un mio pensiero, qualsiasi mio pensiero, un sentire, qualsiasi mio sentire… il mio agire.
L’esaurimento, ossia la perdita dell’energia avviene quando permetto che me stessa o l’altro da me, gli altri, mi interpretino, mi spieghino e mi diano un senso o significato, quando mi giudicano o consigliano, o tentano di consolarmi, di aiutarmi, di dirmi chi sono, cosa voglio, cosa devo fare.
Tutto questo, non solo è vuoto ed inutile ma anche deleterio.
Vado bene così, adesso vado bene così.

Questa è la creazione di me ora, ciò che ora sono, sento e faccio è ciò che io ho voluto regalare a me stessa. Il mio io razionale o gli altri non possono giudicare niente di me, non importa ciò che pensano, importante è che io mi approvi sempre e comunque.
Qualunque mio pensiero, qualsiasi, tutto il mio sentire, come sto deliberando e agendo, sono io, qui e ora, è il mio essere qui e ora: questo è l’Essere, l’Adesso, il Presente, la Presenza.
Perciò questo sono: verità, autenticità, realtà, qui ho tutte le energie del mio sentire, del mio pensare e fare. Se nego il mio sentire e pensare, se dentro me disapprovo come mi sto muovendo, disperdo le forze, perdo me stessa due volte: perdo le energie perché le uso per andare contro me stessa, perdo le energie racchiuse in quel me stessa.
Il sentire negato, il pensiero negato, il fare sabotato, restano chiusi come files che io non apro perciò non leggo, non permetto loro di esplicitarsi nelle proprie potenzialità e significati. In più, per me che vivo adesso, questo sentire, pensare o agire è proprio quello che mi serve aver a disposizione adesso e io non me lo voglio negare. Se permetto e approvo il sentire, il pensiero, il fare, l’esistere, mi arriva l’energia che li costruisce e che contengono e la uso, di essa mi nutro.
Mi alimento: “essere alimento a se stessi”.
Le mie emozioni sono il cibo per il mio sentire.
I miei pensieri sono il cibo per il mio pensare.

Ha scritto mia figlia in un racconto: “Non si rendeva conto che il suo potere cresceva ogni volta che questi pensieri gli tornavano in mente. Lui attribuiva la sua forza ad un processo naturale ignorando il fatto di poterlo controllare ed adoperare come meglio credeva. Per questo non aveva ancora agito… ”.
Ciò che faccio, il mio “mettere le mani in pasta”, è il cibo per conoscermi, perché la realtà si apra a me, perché l’universo mi metta a disposizione la sue potenzialità.
Il mio esistere è connessione con l’Essere, così ho energie a disposizione, mi conosco, nutro, cresco ed evolvo. Reprimere i sentimenti e i pensieri porta ad accumulare forza che poi scoppia, forse, nell’esplosione di quello stesso pensiero e forse in un agire che non possiamo controllare o che, permettiamo, altri in noi controllino. Permessi, forse, certi pensieri di negazione di sé, di morte, distruzione, vendetta, dominio, decantano l’energia, entrano in un confronto e a volte si sciolgono.

Così le mie emozioni, vanno tutte benissimo, sta a me imparare a sapere che ogni energia è buona e io ne posso essere attraversata senza soffrire, anzi godendo del fremito di forza che essa mi regala.
Così il mio agire, è sempre voluto e deliberato da quella parte di me che sente e sa ciò che mi piace e che cosa oggi mi serve per essere viva.
Nell’ascolto, nel pieno riconoscimento e approvazione di me stessa, centro me stessa, da qui rinasco e questi sentimenti, che già prima chiamavo positivi, ora inondano ed abitano la mia anima. In più “Sono” tutta la forza che prima chiamavo col nome di sentimenti negativi, pensieri ossessivi, atti errati. Ecco, la sento tra le mani, nel cuore e nella mente, questa forza e ora la vedo e la tocco fuori di me, in chi mi è a specchio e si vive, come me, tutta la consapevolezza dell’essere uomo e donna.
Sento che “sono” nella mia volontà, nella capacità di darmi a me stessa dal massimo dell’accettazione, stima e disponibilità e, nel momento che io concedo tutto di me stessa a me stessa, lo concedo agli altri di essere tutto per se stessi.
Ecco, il mondo si dona a me e mi viene incontro attraverso tutto ciò che mi circonda: persone, cose, eventi, la creazione per me.

IL MODO PER AMARMI È DARMI LIBERTÀ E PACE, FAR SÌ CHE L’ANIMA VIBRI E BRILLI PER ME E PER GLI ESSERI COSÌ CHE SI APRA IL CANALE PERCHÉ VIBRI E BRILLI LO SPIRITO.

“Oggi mi sono data la pace, un po’ di pace. Quel tanto di ascolto e accoglienza a me stessa che mi permettesse di superare il punto di non ritorno.
Sentire, sapere e fare in modo di essere mia, solo di me stessa. Aver potuto oggi, più di qualunque altra volta, fissare lo sguardo sul mio cuore e lasciarlo essere, lasciarlo pulsare e dire parole d’amore.

Una grande confusione oggi, molte voci hanno parlato nel palcoscenico della mia mente e spesso il cuore ha lasciato dire, spesso il cuore ha prestato la sua voce, sostenendo il dire e il sentire di ogni voce. Ma egli era sempre oltre, infatti non arrivava mai l’ultima parola, sempre altro dire, altro da cercare, finché, esaurita ogni voce, ecco, un cunicolo profondo, dapprima oscuro e tortuoso… in esso un respiro, spesso un rantolo, poi una brezza sottile e fresca.
Rischiava di essere risucchiata dal frastuono delle voci e dal peso di quel gran mucchio di parole. Ma la brezza, silenziosa e greve, alitava in me, soffiava senza far rumore, timidamente e io, l’ho lasciata essere finché… una parola ha parlato dentro me, e io non l’ho ignorata, né soffocata.
Diceva, dice: “Amo”.
Ho lasciato che riempisse il mio cuore. Ora, insieme all’amore per me stessa presente e attento, qualcos’altro pulsa in me”.






























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